Capriolo
(Capreolus capreolus)
Il capriolo e il più piccolo dei Cervidi: l’altezza alla spalla è di circa 55 – 80 cm. Il suo habitat predilige fitti sottoboschi intervallati da radure e cespugli, ma può spingersi anche in pianura (perfino quella coltivata), a condizione che il rifugio della boscaglia sia vicino.
Si può scorgere nelle nostre terre grazie alla recente e lenta ricolonizzazione dei boschi della pianura padana .
Il mantello è lanoso e opaco in inverno, mentre in estate imbrunisce e diventa lucido tendente al rossiccio.
Il capriolo è un brucatore selettivo: particolarmente ghiotto di frutti di bosco, sambuco, biancospino e carpino, tutti ricchi di nutrienti e facilmente digeribili. I maschi in primavera sviluppano corna di dimensioni moderate, che cadono poi in autunno.
Vivono prevalentemente in solitaria, mentre le femmine spesso vivono in branchi sotto la decina di esemplari.
Cinghiale
(Sus scrofa)
Come tutti i suidi, è estremamente resistente ed adattabile agli habitat più disparati. Tutto ciò che gli occorre è la copertura della vegetazione, un corso d’acqua vicino e, ovviamente: risorse di cibo.
Il cinghiale è onnivoro: in particolare va ghiotto di ghiande, bacche, frutti e castagne. Con il muso e gli zoccoli, scava tane in cui di solito riposa durante il giorno per poi uscire all’imbrunire.
E’ un animale sociale: le femmine con i piccoli vivono in gruppi che raggiungono anche più di venti esemplari. I maschi più giovani si riuniscono in piccole bande, mentre gli anziani conducono vita solitaria.
Per la sua forza e soprattutto per il suo coraggio in combattimento, la figura del cinghiale è da sempre molto temuta e rispettata: per i greci simboleggiava oscurità e morte; per i celti una divinità della foresta, e nella mitologia indiana era una rappresentazione di Vishnu. In Persia veniva attribuito come appellativo ai più valorosi in battaglia. Per la stessa ragione il cinghiale ricorre spesso in araldica.
Falco Pellegrino
(Falco peregrinus)
Celebre per la notevole velocità che può toccare in picchiata durante la caccia (addirittura sopra i 320 km/h). Il falco pellegrino si può facilmente distinguere dalla poiana per il suo corpo: più agile e compatto e per il suo stile di volo: a colpi d’ala veloci e vigorosi.
Generalmente, una volta trovato il rispettivo compagno: i falchi pellegrini restano insieme per tutta la vita. Ripide rupi sono ricercate come come luogo ideale per il nido e la covata prevede di solito 3 o 4 uova.
Il falco pellegrino può vivere anche fino a vent’anni.
Gruccione
(Merops apiaster)
Dall’aspetto decisamente inconfondibile, il Gruccione appartiene alla famiglia dei Meropidi: una tra le più variopinte al mondo. Dal 1993 numerose coppie nidificano ogni anno proprio ad Oriolo.
Alla fine dell’estate questi splendidi volatili partono per svernare ai Tropici, ma la primavera succeviva il richiamo del luogo natale li induce regolarmente a ritornare a Cava Salita per mettere su casa e riprodursi: una sola covata l’anno all’inizio di giugno. Sia il maschio che la femmina si prendono cura delle uova che vengono covate per circa 20 giorni.
Dalle macchie della vegetazione, il gruccione attraversa le radure, le aperte campagne,e spesso anche le rive dei fiumi.
Spesso compie belle evoluzioni o veleggia elegantemente con volo planato durante la caccia. Si nutre di insetti, spesso catturati al volo, soprattutto vespe e api (in lingua anglo-sassone è chiamato bee-eater), ed è fortemente gregario.
Istrice
(Hystrix cristata)
Il mammifero roditore più grosso in Europa.
Per natura tranquillo, quando si sente minacciato drizza la criniera e gli aculei del dorso, facendo così vibrare il sonaglio caudale: in questa fase, a volte, alcuni aculei possono staccarsi, alimentando la diffusa credenza popolare che gli istrici sparino gli aculei contro il nemico!
È un animale notturno e molto schivo che ama i luoghi solitari riparati tra boschi e cespugli, dove a zone collinari si alternano a campi coltivati, dense macchie e profondi anfratti.
Questi animali solitamente trovano rifugio, in qualche cavità naturale, oppure nelle tane abbandonate da altri mammiferi. In caso contrario scavano tane proprie quasi sempre nel folto di un bosco e con diversi accessi rigorosamente nascosti.
Tendono a vivere in gruppi ristretti e sono essenzialmente erbivori: si nutrono prevalentemente di tuberi e bulbi, ottenuti scavando con le robuste zampe nel terreno, tuttavia non disdegnano di rosicchiare anche cortecce morbide e frutti caduti al suolo. In particolare l’istrice è ghiottissima d’uva: fa scorpacciate di grappoli caduti di quelli più bassi, succhiando direttamente gli acini senza staccare il graspo dalla pianta.
Lepre
(Lepus europaeus)
Grazie al fisico agile e alle lunghe, potenti zampe posteriori: la lepre è un campione non solo di velocità, ma anche di resistenza. I suoi balzi, quando tocca la massima velocità (più di 80km/h), possono essere lunghi anche 4m.
Animale dalle abitudini crepuscolari e notturne; è rivestito di una pelliccia morbida, densa e lanosa, di colore grigio fulvo nelle parti superiori e chiaro sul ventre. Pur frequentando diversi ecosistemi: sottoboschi, greti fluviali, prati, foraggere e persino coltivazioni, la lepre è un animale timido e dai sensi molto sviluppati, che lo rendono estremamente cauto verso l’ambiente circostante.
Inaspettatamente, la lepre non scava tane in profondità come fanno i conigli: bensì sfrutta il suo manto perfettamente mimetico per accoccolarsi in anfratti naturali o in buche superficiali del terreno. Per non lasciare traccia ai predatori balza nel suo covo dalla maggior distanza possibile. Si nutre di erbe, radici e di vegetali di stagione.
Riccio
(Erinaceus europaeus)
Chiamato comunemente porcospino: anche se in realtà questo termine è proprio dell’istrice. Vive nella macchia e nei boschi, e si può trovare anche in campi, praterie e giardini.
Durante tutta la giornata riposa nascosto nella sua tana, ricavata di solito da una cavità del suolo posta nel sottobosco, fra i tronchi e le foglie cadute. Infatti non tanto per una necessità di difesa, ma per avere più oppurtunità di incontrare le sue prede, il riccio è un animale dalle abitudini prevalentemente crepuscolari e notturne.
Si nutre per lo più di invertebrati, ma anche di uova, piccoli uccelli e topi, ma, in caso di necessità, il riccio mangia senza problemi anche bacche, ghiande, frutta.Nel caso lo si voglia ospitare nell proprio giardino, è utile sapere che è ghitto di croccantini per gatti, ma attenzione al latte: per lui è letale.
La diffusa credenza che i ricci combattano le vipere raramente è fondata: anche se è vero che la fitta corazza di aculei protegge il riccio dai morsi velenosi. Le più grandi minacce per il riccio sono essenzialmente due: la volpe con la sua astuzia e l’uomo con le sue automobili. Disgraziatamente infatti la tecnica di difesa di rimanere immobile e appallottolato porta spesso i ricci a morire sulle strade.
Il riccio ha abitudini solitarie e e poco socievoli, la vista poco sviluppata è bilanciata però da un udito e olfatto finissimi.
Scoiattolo
(Sciurus vulgaris)
Il più simpatico roditore europeo: rosso col pelo del petto più chiaro; ha abitudini diurne e passa la notte all’interno di cavità di alberi.
Abitante del bosco e dal temperamento non troppo gregario, è un grande arrampicatore e saltatore: lo si può osservare scheggiare tra un albero e l‘altro anche ai confini delle zone coltivate e dei giardini di casa.
Nella bella stagione si preoccupa di far scorta per il letargo prodigandosi alla ricerca di ghiande, germogli, funghi e frutta, che immagazzina in dispense ben nascoste. Troppo nascoste: spesso se ne dimentica, collaborando così alla disseminazione delle piante.
Tasso
(Meles meles)
Il Tasso è un mammifero della famiglia dei Mustelidi. È un animale notturno e abitudinario: la sua attività principale è quella di costruire intricate tane. Scavate profondamente nel sottosuolo del bosco, queste sono provviste di solito di almeno due o tre ingressi e si snodano in numerose gallerie battute di frequente e allargate di generazione in generazione. Sono sociali: abitualmente convivono e capita che una parte della tana venga ceduta a esemplari di volpe.
Da onnivoro si nutre di tutto: radici, tuberi, vermi, lumache e piccoli serpenti compresa la vipera, al cui veleno risulta immune. Specie in inverno, non esita a introdursi in pollai e conigliere.
Può vivere anche fino a 20 anni.
Volpe
(Vulpes vulpes)
Possiede una grande capacità di adattamento ed è estremamente territoriale. Per garantire la cura e l’allevamento dei cuccioli, la coppia (che si rifroma ogni anno durante l’estate) resta unita fino alla primavera successiva. Il maschio, che si preoccupa di procurare il cibo e difendere i cuccioli da possibili predatori, marchia il territorio in modo sistematico attravers o ghiandole odorifere poste vicino alla coda.
La comunicazione in questa specie è molto sviluppata: stimoli olfattivi, sonori e visivi sono usati per lanciare messaggi e indicare gerarchie e apprtenenze.
A causa della loro celebre astuzia, da sempre hanno un rapporto contraddittorio con l’uomo: da un lato sono considerate molto utili in agricoltura perchè predano i roditori nocivi, ma dall’altro vengono cacciate per la loro abilità a depredare i pollai.